L’Amministrazione Comunale di Reggio Emilia intende perseguire il processo evolutivo verso la “città intelligente” attraverso la costituzione di un framework di policies in grado di prefigurare una visione “olistica” di sviluppo che contempli contestualmente dinamiche di natura sociale, ambientale ed economica del territorio, in una prospettiva di medio – lungo termine e attraverso il contributo imprescindibile, ma non auto-referenziale, delle tecnologie digitali. E’ in questa dimensione di pianificazione strategica che Reggio Emilia intende muoversi, facendo leva in particolare su un’interpretazione del concetto di smart city come di una città che mantiene e implementa il forte legame con il contesto “fisico” e con la sua comunità. In tale approccio culturale rientra anche l’ambizione di sviluppare un quadro di strategie che, partendo dal territorio locale e dalle sue peculiarità, proponga un cambio di paradigma di carattere sia sociale sia economico.
Un aspetto su cui l’Amministrazione rivolge un focus particolare è quello dell’ innovazione sociale inteso in una duplice accezione: il concetto di “innovazione sociale” implica infatti da un lato risposte concrete a bisogni sociali insoddisfatti dai consueti strumenti di mercato (innovazione “sociale”) e dall’altro un maggiore protagonismo e aumento di competenza nella collettività (innovazione “socializzata”)[1]. L’Amministrazione di Reggio Emilia quindi intende sia promuovere il benessere e la qualità della vita attraverso l’erogazione di beni e servizi innovativi, sia garantire l’empowerment della collettività rafforzandone competenze e know how.
Il percorso di programmazione: a che punto siamo
L’Amministrazione sta attualmente (2015) attuando una significativa riorganizzazione interna della “macchina amministrativa”, in modo da configurare un sistema coordinato di servizi in grado di dialogare “trasversalmente” per costruire in modo sinergico strategie condivise e per perseguire obiettivi multidisciplinari di sviluppo ambientale, sociale ed economico.
Il Documento Unico di Programmazione (DUP) 2015 – 2015, che restituisce le linee guida di mandato di questa Amministrazione ed è stato recentemente approvato, definisce un quadro di indirizzi strategici all’interno dei quali, tra gli altri, rientrano i progetti “smart” di seguito elencati e attualmente in corso.
Come si finanzia la Smart City
L’Amministrazione ha attivato diversi processi di governance finalizzati al coinvolgimento di soggetti pubblici e privati nell’ambito di iniziative di comune interesse, allo scopo di perseguire la sostenibilità economico – finanziaria degli interventi. Tra i diversi processi in atto, il più rilevante è quello relativo alla costituzione della Società di Trasformazione Urbana (STU), partecipata dal Comune e IREN Rinnovabili, per la riqualificazione di un ampio comparto urbano ex produttivo (area ex Officine Meccaniche Reggiane, vedi in seguito) da convertire a nuova “polarità” urbana per lo start up e spin off d’impresa. Altre fonti di finanziamento sono i Fondi POR FESR che verranno destinati nel processo di recupero dell’imponente complesso benedettino di S. Pietro. Numerose sono inoltre le attività di progettazione in risposta alle diverse calls di finanziamento europee, nei più diversi settori tematici (ambiente, mobilità, energia, innovazione sociale,…).
I Progetti
Smart Mobility
Il Comune è impegnato in diversi progetti di mobilità urbana sostenibile. Nel dettaglio: Interreg sum, finanziato al 100% (75% fondo europeo Interreg, 25% fondo di rotazione italiano). Valore partecipazione RE circa 100.000 euro; il progetto Interreg Involve (Involving the private sector in mobility management, finanziato dal 75% fondo europeo interregionale, 25% fondo di rotazione italiano, valore partecipazione RE circa 140.000 euro, coinvolge 12 partner tra Comune, aziende di trasporto e di energia di dieci Paesi europei. Lo scopo è offrire alle autorità locali gli strumenti utili e le buone prassi per ridurre l’impatto negativo del trasporto nelle aree urbane, industriali e commerciali, mediante la collaborazione tra le amministrazioni pubbliche con il settore privato; Mobility 2.0, finanziato dall’Unione Europea, intende sperimentare e realizzare un sistema di mobilità elettrica, efficace e efficiente, basato sull’intelligenza diffusa su veicoli e infrastrutture (V2V, V2I). Intende in particolare sviluppare un dispositivo, a bordo veicolo, in grado di supportare i conducenti di veicoli elettrici nel gestire in modo ottimale la loro mobilità (ad esempio, identificando parcheggi con le ricariche e opzioni multimodali), comunicando con le colonnine di ricarica elettriche e avendo a disposizione dati sul trasporto pubblico; cofinanziamento europeo pari a 258.000 euro per il progetto Foot (programma LIFE+) che prevede la riqualificazione dello spazio pedonale con segnaletica per pedoni e monitoraggio degli effetti sulla pedonabilità e sul risparmio di CO₂.
Rientrano in una mobilità pensata a basso impatto ecologico e a una maggiore vivibilità dei centri storici, anche le iniziative: Bicicittà – Servizio di noleggio, deposito e manutenzione bici che permette di lasciare la propria auto in un parcheggio di interscambio gratuito oppure di scendere dal treno o dall’autobus e di usufruire, con una modica cifra, di una bicicletta o di lasciare in custodia la propria e di richiedere delle riparazioni; Bicibus e Pedibus, i bambini vanno insieme a scuola in bicicletta accompagnati da adulti volontari. I percorsi sono prestabiliti e messi in sicurezza, prevedono capolinea e fermate intermedie opportunamente indicate da cartelli che riportano gli orari di arrivo e partenza.
A servizio degli operatori comunali TagLine, un sistema di valutazione dello stato della rete stradale. L’applicazione permette tramite smartphone di raccogliere informazioni in tempo reale archiviandole su un server remoto che alimenta la banca dati geografica.
Smart Environment
Rigenerazione urbana “Parco dell’Innovazione Conoscenza e Creatività”
L’Amministrazione prosegue il percorso di governance già avviato con le eccellenze imprenditoriali e della ricerca reggiana, che ha come epicentro l’area delle ex Officine Meccaniche Reggiane.
L’area delle ex Officine Meccaniche Reggiane, interessata da un processo di rigenerazione in atto, si propone come il luogo “fisico” per il rilancio alla scala vasta di una nuova economia della conoscenza in chiave reggiana basata su innovazione, trasferimento tecnologico, ricerca&sviluppo. I capannoni limitrofi al già attivo Tecnopolo per la ricerca industriale saranno deputati ad ospitare laboratori specializzati di centri di ricerca, start – up e spin off d’ impresa (capannoni 17 e 18). Le aree esterne, tra cui Piazzale Europa e viale Ramazzini, saranno riqualificate secondo un progetto unitario che intende riconfigurare un’area strategica ma attualmente marginalizzata rispetto al resto della città. Lo strumento operativo per mettere in atto il processo di rigenerazione urbana dell’Area Reggiane è la costituzione di una Società di Trasformazione Urbana che vede coinvolti Comune di Reggio Emilia e IREN Rinnovabili.
Oltre alle iniziative di riqualificazione degli spazi aperti e al recupero e rifunzionalizzazione dei padiglioni all’interno dell’Area Reggiane, sono previste anche azioni “trasversali” che attengono i temi di internazionalizzazione, intercultura, sostenibilità, innovazione sociale che si riverberano sull’intero quartiere di S. Croce.
Smart Economy
Promozione della cultura della contemporaneità: TRAIN _ER e FabLab
Il progetto TRAIN-ER prevede la creazione di un HUB diffuso sul territorio reggiano denominato NEXT STOP e gestito da Reggio Emilia Innovazione, che si propone di ottenere lo status di incubatore certificato, rivolto in particolare all’industria culturale e creativa e a settori, manifatturieri e terziari, ad alto contenuto tecnologico per lo sviluppo e l’incubazione di nuove imprese innovative e creative (START UP). Una volta individuate e selezionate le imprese da insediare nell’HUB, Reggio Emilia Innovazione in collaborazione con Sinergie Soc. Cons. a R.L. svilupperanno l’avvio di servizi di coaching/mentoring (eventi formativi/informativi e attività di consulenza) per supportare le imprese.
L’Hub NEXT STOP sarà localizzato in 3 sedi principali: il TECNOPOLO DI REGGIO EMILIA (già operativo), il Palazzo dei Musei (realizzato in parte), gli ex capannoni 18 e 17 delle ex Officine Reggiane (in fase di realizzazione). Oltre alle tre sedi principali, l’Hub NEXT STOP sarà messo in rete con altre tre strutture già presenti e attive in città e che si occupano di ricerca, innovazione, trasferimento tecnologico, promozione e sviluppo di start up innovative e creative (Spazio Gerra, Officina delle Arti, REI).
Parallelamente a tali iniziative, un ruolo focale avrà il recupero dell’ex complesso benedettino di S. Pietro che, a seguito dell’erogazione di finanziamenti regionali nell’ambito del POR FESR si presterà a divenire un epicentro in città di dibattito e scambio tra imprese, un incubatore per start up e spin off d’impresa, un urban centre in grado di attrarre un bacino d’utenza alla scala territoriale.
Per il supporto di suddette azioni un ruolo essenziale è svolto dal Fab Lab, in grado di proporsi come “catalizzatore” dei talenti, proporre un “incrocio” tra domanda e offerta, sviluppare competenze imprenditoriali e supportare la realizzazione concreta di idee attraverso l’accompagnamento allo start-up e spin – off d’impresa.
Agricoltura urbana ed “economia della resilienza”: avvio di pratiche strutturate e coordinate di urban farming per una società più resiliente
L’agricoltura è una componente essenziale dell’economia e della società europea. In un momento storico di diffusa povertà, la pratica di agricoltura urbana può svolgere un ruolo fondamentale per uno sviluppo economico sostenibile e per la formazione di comunità più “resilienti”, soprattutto se strutturata attraverso un coordinamento generale da parte dell’Amministrazione. I vantaggi sono molteplici, da quelli ambientali (riduzione Co2), a quelli sociali (coesione e aggregazione), a quelli economici (riduzione dei costi di trasporto in virtù della filiera corta e alla possibilità di auto-produzione). Molte aree di frangia potrebbero prestarsi a un sistema strutturato di agricoltura con l’obiettivo di estendere a scala urbana il beneficio spesso circoscritto a virtuose ma limitate pratiche di quartiere, secondo una logica maggiormente “imprenditoriale”. Sarebbe dunque necessario istituire una rete di soggetti (enti pubblici, proprietari terrieri, coltivatori, distributori, consumatori ) per coordinare tra loro brani di territorio sotto-utilizzati e non caratterizzati da un progetto unitario, in modo da contribuire alla riqualificazione ambientale delle aree urbane in disuso e favorire processi alimentari più sostenibili.
L’adozione di politiche alimentari efficaci, in grado di consentire un razionale uso del suolo agricolo, introdurre forme di uso del suolo urbano tali da incentivare una catena alimentare più sostenibile per le fasce deboli, sviluppare una più responsabile coscienza critica nei consumatori, sono poi questioni di assoluta rilevanza nel contesto storico attuale. A questo scopo è necessario adottare una pluralità di azioni, da una chiara regolamentazione in materia di appalti per la fornitura del cibo nelle scuole e nei servizi comunali, a una forte politica di sensibilizzazione sulla riduzione dei consumi alimentari, alla predisposizione di eventuali sovvenzioni per incentivare attività imprenditoriali di urban farming nei dintorni della città.
Attualmente l’Amministrazione sta predisponendo il regolamento e le linee guida per gli orti urbani in città e sta partecipando a bandi europei (progetto MUDD) per promuovere iniziative innovative in termini economico-sociali dell’agricoltura urbana e periurbana in città.
Sponsorizzazioni e fundraising
L’Amministrazione sta valutando, in sinergia con ASTER, Fablab, Unimore, iniziative inerenti l’attivazione di spazi di co-working, living labs correlati ad attività di co-progettazione nel campo di R&S. Nell’ambito degli strumenti di finanziamento nazionale in fase di approvazione (PON), una quota parte dei fondi sarà rivolta all’attivazione di “laboratori di innovazione” preposti alla promozione dell’innovazione sociale e tecnologica. I progetti finanziati dovranno avere forti ricadute alla scala locale ma anche un riverbero alla scala sovra – comunale, nell’ottica di una vision di scala vasta che dalla smart city si estende alla smart region lungo la dorsale della via Emilia. I progetti dovranno avere carattere di imprenditorialità e consentire una concreta quantificazione del tornaconto economico correlato all’innovazione sociale.
Smart Living e smart people
Progetto “promozione della cittadinanza attiva” (protagonismo responsabile)
La cittadinanza attiva e la diffusione dei servizi comunali sul territorio vengono promosse tramite il progetto “Oltre le circoscrizioni” che, a partire dall’esigenza di individuare una nuova organizzazione dei servizi decentrati sul territorio a seguito della chiusura per legge delle circoscrizioni (Dgls n. 2 del 25 gennaio 2010), pone tra le priorità quella di mettere in atto un nuovo patto con la cittadinanza sul tema della partecipazione alle decisioni pubbliche e dunque sui modi in cui l’Amministrazione si confronta con gli stakeholders per presentare progetti o raccogliere suggerimenti e istanze.
I laboratori di cittadinanza e l’istituzione delle figure degli “architetti di quartiere” rappresentano i punti focali nei quali sviluppare nuove progettualità e nell’ambito dei quali attivare processi di partecipazione ed empowerment dei cittadini.
L’architetto di quartiere è la figura professionale a cui spetta il compito di potenziare il protagonismo attivo e responsabile della comunità (circoscritta naturalmente alla dimensione specifica del quartiere/i in cui opera) in modo da configurarne un ruolo di attore primario a fianco dell’ amministrazione.
L’architetto di quartiere opera prevalentemente con soggetti collettivi del territorio (associazioni, comitati, stakeholders, gruppi di volontari). L’architetto di quartiere opera nelle “piazze” di comunità intese non in senso “fisico” ma come luoghi “identitari” in cui già ora i cittadini e le associazioni del territorio si riconoscono, operano, interagiscono tra loro e con i servizi territoriali dell’Amministrazione comunale.
Metodo di lavoro dell’architetto di quartiere è la creazione e conduzione di laboratori di cittadinanza, momenti di incontro con gli stakeholders e le associazioni del territorio in cui si discutono proposte e si elaborano progetti condivisi in relazione ai temi di cura della comunità e di cura della città.
Lo strumento attraverso il quale l’architetto di quartiere opera è il Patto di cittadinanza, ovvero un accordo sottoscritto dall’Amministrazione comunale e dalle associazioni e dagli stakeholders che hanno partecipato al Laboratorio di cittadinanza in cui tutti i partecipanti assumono reciproci impegni per raggiungere gli obiettivi comuni e condivisi in un processo bottom up.
Presenza e diffusione del comune sul territorio
Per garantire una migliore presenza dell’Amministrazione in città, è predisposto un “pacchetto” e una modalità di erogazione di servizi fortemente innovativa nei contenuti e nei modi, sia perché capace di dare più utilità e di rispondere più efficacemente ai nuovi bisogni dei cittadini, sia perché fisicamente più prossima e diffusa nel territorio.
L’innovazione dei servizi consiste nella creazione, a regime, di una nuova funzione amministrativa: una mediazione civica nei confronti della Pubblica Amministrazione interpretata da una nuova figura professionale, capace di gestire una pluralità di processi di front office, di potenziare l’accesso ai servizi digitali e di farsi carico e risolvere i casi dei singoli cittadini. L’evoluzione dell’operatore di front office è rappresentata dal problem solver, in grado di gestire la maggior parte delle transazioni tra cittadino e pubblica amministrazione ma anche la soluzione di problemi complessi che partono da situazioni specifiche.
A questa nuova funzione pubblica si abbina la scelta del modello di erogazione del nuovo pacchetto di servizi, caratterizzato da aspetti di prossimità, diffusività e basato sulla sola modalità digitale per l’erogazione delle prestazioni di sportello. Grazie alla modalità digitale, che alleggerisce la dotazione strumentale al solo computer portatile attrezzato come vero e proprio desk mobile, l’operatore si muove sul territorio per raggiungere i cittadini il più possibile vicino ai loro luoghi di socializzazione, incontro e fruizione dei servizi, diventando, quindi, più capillare e vicino ai luoghi di residenza.
L’ipotesi è costruire, nel tempo, un servizio di mediazione civica basato sulla compresenza di quattro funzioni rilevanti e potenzialmente strategiche:
- la funzione di front office polifunzionale (un desk per tutte le pratiche analogiche)
- la funzione di mediatore digitale (un esperto in grado di effettuare le prestazioni digitali e diffondere l’accesso ai servizi on line aumentando la competenza digitale anche della popolazione)
- la funzione informativa e di servizio propria dell’ Urp (operatore esperto del Comune)
- la funzione (a regime) di problem solver (un operatore pubblico in grado di farsi carico di singole esigenze e risolverle).
Sviluppo di cultura e competenze digitali (approccio soft)
Per perseguire l’efficienza amministrativa e dei servizi, è necessario stabilire una digital strategy con obiettivi chiari, partendo dal presupposto che la formazione alla cultura digitale non sia un processo bottom-up ma parta piuttosto dalla necessità strutturale di co-progettare con i beneficiari stessi della formazione (che diventano parte attiva del processo). Tale strategia non può essere rivolta solo all’Ente (tecnici e politici) ma deve riguardare anche stakeholders, imprese e associazioni di categoria, scuole, soggetti disagiati e tutti coloro che soffrono del digital divide.
Nell’ambito delle iniziative per la promozione della cultura digitale, un ruolo strategico è svolto dai laboratori di innovazione già attualmente attivi nel territorio, alimentati dal vivace spirito propositivo di cittadini, professionisti di diversa estrazione culturale e professionale, interessati a promuovere occasioni informali di scambio, confronto, dibattito e co-progettualità multidisciplinare, con particolare riferimento all’innovazione sociale e alla diffusione della cultura digitale.
Sviluppo di processi e strumenti digitali (approccio hard)
Incremento quali/quantitativo, semplificazione, riorganizzazione rete wi-fi
Il progetto Reggio Wifi è iniziato in via sperimentale nel 2007 e da allora sono 57 i luoghi sul territorio comunale coperti da tale servizio gratuito, fra strade, piazze, biblioteche, parchi e centri di aggregazione.
Nei primi mesi del 2015 l’Amministrazione comunale rafforzerà la strategia sulla rete pubblica di wi-fi presente in città, rendendo l’autenticazione per i cittadini estremamente semplice. Verranno infatti realizzati interventi di ampliamento della potenza della banda per renderla sempre più veloce e permettere una maggior rapidità di download e upload, e verranno semplificate al contempo le modalità di accesso al sistema. Gli utenti, una volta registrati, saranno automaticamente riconosciuti e connessi, così come avviene con i wi fi di casa o dei luoghi di lavoro.
Sono due le innovazioni più significative: non sarà più necessario presentare le proprie credenziali anagrafiche per effettuare la prima registrazione presso uno degli sportelli abilitati. Basterà aprire sul proprio pc o device mobile la connessione wi-fi, e da lì verrà visualizzata la linea Gugliemo wi-fi. In pochi click si accederà al wi-fi, seguendo le semplicissime istruzioni e inviando un sms un’unica volta. La seconda innovazione – quella più rilevante, e ad oggi un unicum nazionale – riguarda le procedure di autenticazione oggi attive nei wi-fi pubblici: da sempre anche quelle più semplificate, obbligano l’utente ad aprire il proprio browser e ripetere l’autenticazione ogni volta che ci si connette alla rete, facendo quindi percepire il servizio come “non funzionante” anche laddove è perfettamente attivo, se non si passa dal browser.
Da gennaio 2015 a Reggio Emilia invece la nuova tecnologia messa a punto consentirà di effettuare tramite sms un unico login e da qual momento sarà possibile navigare col proprio dispositivo nello spazio coperto da Guglielmo wi-fi in modo permanente, semplicemente aprendo le apps necessarie al tipo di navigazione che si vuole effettuare, senza più passare dal browser.
Il Comune di Reggio e i partner di progetto Iren Emilia e Guglielmo hanno valutato pertanto di richiedere all’utente solo una prima autenticazione e poi consentire l’accesso automatico al servizio, senza più bisogno di alcun tipo di login. Questa modalità permette agilità e rapidità di connessione e al tempo stesso garantisce sicurezza e trasparenza, agli utenti e ai fornitori del servizio. Tra le novità previste nel corso del 2015, vi è anche l’estensione del wi-fi oltre i 57 punti oggi attivi sul territorio comunale.
Open data
I dati detenuti dalle Pubbliche Amministrazioni rappresentano un enorme patrimonio e stanno acquisendo un’importanza sempre crescente. L’istituzione degli open data, in coerenza con il Decreto Crescita 2.0 (DL 179/2012 conv. con L. 221/2012) scaturisce dall’obbligo per le Pubbliche Amministrazioni di rendere non solo pubblici i dati ma anche liberamente utilizzabili, implementabili e ridistribuiti. L’utilizzo di open data è una condizione indispensabile sia per l’esercizio consapevole della cittadinanza sia per una maggiore efficienza delle funzioni di governo pubblico: i dati rappresentano infatti non solo entità quantitative ma anche qualitative, in grado di produrre valore se innescano processi di innovazione.
Gli open data non sono solo un “obbligo istituzionale” ma anche e soprattutto una ricchezza per le possibilità che offrono in termini di formazione di nuove professioni e posti di lavoro.
Il Comune sta sviluppando il portale Open Data e sono in corso diverse fasi di lavoro.
Tra i primi dati pubblicati all’indirizzo www.opendata.comune.re.it attivo da fine 2014 vi sono informazioni relative agli esiti elettorali, alle caratteristiche demografiche del territorio e alla qualità ambientale. A questi si aggiungeranno in tempi brevi i dati sulla mobilità, l’urbanistica, le manutenzioni, la cultura, i servizi e analisi statistiche. I dati saranno periodicamente aggiornati e costituiranno un archivio che fotografa in tempo quasi reale la città.
Gli open data successivi verranno rilasciati in “modalità partecipata”: saranno informati circa una trentina di soggetti del territorio (associazioni di categoria, sindacati, ausl, società partecipate, associazioni e altri) della pubblicazione degli open data. Saranno poi organizzati incontri individuali per capire le necessità e le esigenze del territorio, e in base a quelle si procederà a rilasciare ulteriori set di dati.
Il progetto prevede la futura estensione anche a dati di cui sono titolari società pubbliche partecipate così come altri soggetti del territorio che vogliano mettere a sistema una pluralità di dati spesso settoriali e non aggiornati, secondo criteri di facilità di accesso, chiarezza esplicativa, agilità nella rielaborazione e condivisione, creando quindi possibilità di integrazione e “lettura trasversale”. I dati saranno forniti in formato “csv” (Comma Separated Value) e potranno essere letti con software open, come calcolatore di OpenOffice, o con software proprietari, come excel di Microsoft.
Smart Governance
Agenda digitale. Piano di informatizzazione: dematerializzazione, trasparenza e semplificazione amministrativa
L’Agenda Digitale è una delle sette iniziative principali individuate nella più ampia Strategia EU2020, che punta alla crescita inclusiva, intelligente e sostenibile dell’Unione. Lo scopo dell’Agenda Digitale è sfruttare al meglio il potenziale delle Information & Communication Technologies (ICT) per favorire l’innovazione, la crescita economica e la competitività.
Con la parola d’ordine di cittadinanza digitale, l’Amministrazione punta ad assicurare l’erogazione online di un numero sempre crescente di servizi per l’accesso alle pratiche e alle comunicazioni di interesse dei singoli cittadini e delle imprese, attraverso un crescente efficientamento delle modalità di programmazione, gestione e sviluppo delle procedure.
Gli ambiti di intervento sui quali sarà incentrata l’azione del Comune nei prossimi anni saranno i seguenti:
- de-materializzazione, protocollazione decentrata e burocratizzazione
- diffusione della cultura digitale
- incremento e miglioramento del sistema informativo interno (backoffice) a supporto dell’introduzione di nuovi sportelli telematici
- ampliamento dei servizi online
- revisione delle tecnologie dei siti per permetterne una maggiore fruizione anche dai nuovi dispositivi mobili
- open data per l’esercizio consapevole della cittadinanza e per una maggiore efficienza delle funzioni di governo pubblico
- trasparenza come strumento per una azione amministrativa che sappia rispondere alle sollecitazioni della collettività, in una sorta di dialogo continuo.
[1] MURRAY R., CAULIER GRICE J., MULGAN G., Il libro bianco sulla innovazione sociale, 2011, http://www.societing.org/wp-content/uploads/Open-Book.pdf (accesso 29/10/2014)